Peter, sempre più dolce e gentile, sale sul palco ad annunciare (in italiano, parlerà sempre in italiano) la cantautrice norvegese Ane Brun (ammaliante!) che apre la serata... e che canterà meravigliosamente con lui per tutto il concerto - ottima nelle difficili prove di "Don’t Give Up" e di "Signal To Noise" - insieme alla molto meno efficace e ormai onnipresente Melanie Gabriel... ma, si sa, ogni scarrafone...
Prima di iniziare ci racconta che il concerto è diviso in due parti: il primo tempo è l'esecuzione lineare dell'ultimo album (ma poi, a sorpresa - e solo in l'Italia - chiude la prima parte con una mai sentita live "Wallflower"(!!!) e i vecchi fan svengono).
Il secondo tempo, ci anticipa, riprenderà invece molte vecchie canzoni (e vai di applausone preventivo).
Sul palco un'orchestra enorme e due schermi (uno semi-trasparente che si muoverà davanti e sopra di loro, uno gigantesco sullo sfondo) su cui gireranno immagini ed effetti molto diversi per tutta la serata.
A essere onesto ero un po' scettico su questo tour "senza chitarre e senza batteria" e ammetto che ho dovuto ricredermi in fretta.
Per quanto l'ultimo album mi abbia lasciato un po' freddino, le esecuzioni dal vivo sono state tutte eccezionali. Ogni pezzo ora trova un senso e tutti insieme formano un racconto coerente, tanto da sembrare scritti dalla stessa mano. Anzi, ad ascoltarli adesso sembrerebbero persino composti da lui per come li fa suoi e li rende speciali.
Una cosa va detta subito: non avevo mai sentito Peter Gabriel cantare così bene e in modo così eclettico; dall'urlo perfetto di "San Jacinto" al sussurrato di "The Boy In The Bubble", specie nelle cover usa la voce in modi inediti e sorprendenti!
Per quanto io non ami poi le versioni orchestrali delle canzoni e dei dischi pop/rock, gli arrangiamenti proposti mi hanno convinto. Non credo che questo live possa rendere altrettanto bene in Dvd (uscirà in tutto il mondo proprio il Live all’Arena di Verona), di certo essere lì è stato un susseguirsi di emozioni, pelle d'oca, magnetismo. Il pubblico ascoltava in un silenzio irreale, acchiappato e ammaliato da tanta "bellezza", salvo poi esplodere catarticamente in applausi e grida entusiaste dopo ogni canzone.
Per noi vecchi fan i momenti più toccanti sono stati senza dubbio "Intruder" e "The Rhythm Of The Heat" (ci ripenso e la pelle d'oca riaffiora anche in questo momento!). Strepitosa "Signal To Noise", commovente "Don't Give Up". Ma alcuni dei momenti più coinvolgenti arrivano proprio nel primo tempo, in quelle cover - ma dire "cover" è proprio riduttivo - che davvero sorprendono e sconquassano.
A trovare un difetto, gli unici punti deboli della serata vanno attribuiti a Melanie (la figlia, seconda vocalist). Non che sia così tremenda ma rispetto alla grandezza di ogni particolare, ogni suono, ogni immagine, ogni musicista... quando è lei ad essere (un paio di volte) protagonista ti accorgi della grandezza di tutto il resto.
Non fa niente, le tre ore (tre!) sono talmente cariche di sensazioni che alla fine usciremo non solo soddisfatti, non solo esaltati, ma decisamente arricchiti. E non è affatto cosa da poco.
Peter Gabriel @ Arena di Verona - New Blood Tour
26 settembre 2010
SETLIST:
- primo tempo
Heroes (David Bowie)
The Boy in the Bubble (Paul Simon)
Mirrorball (Elbow)
Flume (Bon Iver)
Listening Wind (Talking Heads)
The Power of the Heart (Lou Reed)
My Body Is a Cage (Arcade Fire)
The Book of Love (The Magnetic Fields)
I Think It's Going to Rain Today (Randy Newman)
Après moi (Regina Spektor)
Philadelphia (Neil Young)
Street Spirit (Fade Out) (Radiohead)
Wallflower
- secondo tempo
San Jacinto
Digging In The Dirt
The Drop
Signal To Noise
Downside Up
Mercy Street
The Rhythm Of The Heat
Blood Of Eden
Intruder
Red Rain
Washing Of The Water
Darkness
Solsbury Hill
- bis
In Your Eyes
Don't Give Up
The Nest That Sailed The Sky
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