A quasi un anno dal mio approdo su Twitter, credo d'essermi fatto un'idea di come funzioni il celebre social network cinguettante. In questi mesi ne ho scritte e fatte di ogni. Tante cazzate, ingenuità,... son pure incorso in due tipici, un po' patetici errori: vantarsi dei primi 100 follower raggiunti (poi ho smesso) o rincorrerne alcuni in modo ridicolo (e son pure stato malamente sbeffeggiato). E ho trascurato questo mio piccolo blog, mannaggia.
Sbagliando s'impara.
Torno a scrivere per rispondere a uno stimolante post pubblicato sul Fatto Quotidiano.
Lo trovate a questo link. Di seguito la mia modesta riflessione.
Son sicuro di non essere il solo che, leggendo il sagace Domenico Naso, s’è sentito un po’ smascherato. Scommetto anzi che in tanti avranno, come me, provato anche un po’ di vergogna nell’ammetterci così proni nei confronti della tanto odiata televisione.
Riflettendoci, però, non resisto dal rispondere, e un po’ controbattere, a partire dalla fatidica domanda: “C’è vita su Twitter, reality e talk show a parte?”.
Prima di tutto, una citazione ormai diffusa: on Twitter “tv is the new radio”.
In fondo, quando facciamo cose che ci prendono, che sia cenare con gli amici, leggere un libro, fare l’amore,... giustamente non ci viene in mente di mandare un tweet. Al massimo ci scappa la foto di un dolce (meglio se su Instagram) o ci tagghiamo in un bel posto (fatelo solo su Foursquare, please).
Twitter invece lo usiamo per informarci, per condividere e, diciamolo, per passare il tempo, spesso proprio quando ci annoiamo. E quale momento è più noioso dello stare imbambolati davanti a un programma televisivo? Così, neanche lo guardiamo più di tanto, va a finire che l’occhio è piantato sul tablet o sullo smartphone, mentre dalla tv ci arriva giusto l’audio (vedi la citazione sopra).
Quindi no, caro Domenico, non siamo schiavi della tv. Noi (tu, io e tantissimi altri) che ne twittiamo, forse ne siamo solo parecchio annoiati; non ci basta restare passivi a guardarla, abbiamo voglia di commentare, criticare e soprattutto condividere. Al massimo, in quei momenti, ci sentiamo giusto un po’ soli. Almeno finché qualcuno non fa click sulla stellina (bello ma, diciamolo: deludente) o - decisamente meglio - non ci retwittano un nostro “fichissimo” penZiero.
Per fortuna, comunque, su Twitter sappiamo parlare di tutto, che siano argomenti alti o cazzeggi di vita quotidiana. Resta tristemente innegabile che il top delle interazioni avviene durante una puntata di Master Chef o la finale del Festival di Sanremo. Ma è solo la conferma che non siamo poi così fighetti o hipster. Per fortuna.
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2 commenti:
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