30 luglio 2008

La sfida della Sinistra

C'è uno spazio a sinistra del Partito Democratico, ci sono molte persone, di Sinistra, che non si riconoscono nel grande partito unico. Ci sono delle idee, dei valori, dei princìpi che in Parlamento, oggi, non hanno posto e rappresentanza.

La Sinistra Arcobaleno ha fallito per molti motivi. Il più importante era la mancanza di un'identità precisa, distinguibile, riconoscibile, in cui sentirsi rappresentati e che desse fiducia.

C'è bisogno, oggi e in futuro nel nostro Paese, di una forza che si distingua proprio per quelle idee e quei valori che il PD non può e/o non intende portare avanti.



C'è bisogno di un partito che sia facilmente riconoscibile, dicevo, e il cui progetto sia chiaro, semplice, preciso. Che metta la centro dei punti fermi: quelle istanze e quei sentimenti che fanno parte di milioni di persone che oggi non hanno un punto di riferimento istituzionale.

C'è bisogno di una costituente basata sulla nonviolenza come unico mezzo per risolvere le controversie; sull'ambiente inteso come difesa della natura, degli animali e degli esseri umani prima di qualsiasi altro interesse; sulla difesa dei più deboli, sempre e comunque, in ogni circostanza.

Lasciando perdere vecchie ideologie, odi, preconcetti. Essere quindi contro ogni intervento armato, contro ogni abuso dell'uomo sull'uomo, sugli animali, sul pianeta. Saper difendere, per esempio, il popolo palestinese esattamente come quello israeliano, distinguendo il “popolo”, appunto, dallo Stato che lo governa. Mettere al centro il ruolo della donna così come tutte le differenti forme di identità e sessualità. Nel rispetto di qualsiasi fede ma con un senso dello Stato che sia assolutamente, profondamente, liberamente laico. Essere chiari, inequivocabili, giusti.

Non aver timore di misurarsi con chi è diverso da noi. Prendere esempio da persone come Alex Zanotelli e Gino Strada, senza paura di intaccare il nostro essere laici o di intraprendere percorsi lunghi e faticosi. Soprattutto senza pretendere di essere rappresentanti delle loro idee, anzi, cercando di fare nostri il frutto delle loro esperienze e delle loro consapevolezze raggiunte con l'esperienza sul campo e la capacità di una visione del mondo che parte dal vissuto locale e si fa progetto nel globale.

Senza paura di stare all'opposizione! Se le nostre idee sono minoranza nel Paese, allora non possiamo e non dobbiamo sedere al Governo: daremo il nostro apporto lo stesso, dalla nostra minoranza. Cercando di trasmettere i nostri valori, la nostra idea di società. Per essere un giorno maggioranza nel Paese e finalmente Governo. Questa è la sfida.

Rincorrere le maggioranze e negare i propri princìpi non porta da nessuna parte. Al tempo stesso è necessario imparare l'umiltà del dialogo e del confronto con tutti cercando di persuadere gli altri al nostro senso di giustizia che, in quanto tale, non può certo essere imposto ma va condiviso, testimoniato, spinto con tutte le nostre forze.
Sempre nel rispetto, sempre con determinazione.

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