L’arresto di Roman Polanski ha scatenato una serie di reazioni più emotive che razionali. Da chi si mobilità per la libertà dell’artista a chi chiede che la giustizia non faccia favoritismi nei confronti di un personaggio famoso.
Ognuno si fa l’idea che crede ma prima di sentenziare sarebbe sempre meglio conoscere bene i fatti.
Non tutti sanno per esempio che il reato imputato non è “stupro” ma “sesso consenziente con minorenne” (due reati molto diversi); che il regista passò del tempo in carcere e fu poi liberato in attesa delle ultime perizie e del giudizio, e solo a quel punto espatriò; che visti i precedenti casi analoghi e lo sviluppo delle fasi processuali, era molto probabile che avrebbe avuto al massimo la libertà condizionata; che la vittima del reato imputato non desidera che Polanski oggi sia perseguito; che in molti paesi, compreso il nostro, quel reato sarebbe prescritto da tempo.
E’ proprio quest'ultimo il punto che più mi preme.
Noi in questi anni ci siamo abituati a considerare la prescrizione come una scappatoia (e i nostri governanti spesso l’hanno storpiata a proprio comodo per sottrarre sé stessi alla giustizia) ma non dimentichiamo che il concetto di “prescrizione” è uno dei fondamenti dei sistemi giuridici.
Quella che credo sia più rilevante, tra tutte le considerazioni, è che il Polanski di oggi è una persona completamente diversa dal Polanski di 32 anni fa. Secondo me un caso come questo sarebbe quindi da archiviare, indifferentemente dal fatto che riguardi un grande regista o una qualsiasi altra persona.
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5 commenti:
Nel marzo del 1977 Polanski, allora 43enne, fu accusato di cessione di droghe, atti lascivi, stupro e sodomia nei confronti di una ragazzina di tredici anni, Samantha Geimer. Polanski si dichiarò colpevole del reato di rapporti sessuali con una minore di 14 anni secondo i termini del plea bargaining, una procedura simile al patteggiamento che, di fronte a una dichiarazione di colpevolezza dell'imputato, permette di essere condannati usufruendo di sconti di pena per un reato e della rinuncia a coltivare gli altri capi di imputazione. Le altre cinque accuse (somministrazione di droghe a un minore, stupro di un minore di 14 anni, stupro con ausilio di droghe, sodomia e sesso orale) furono accantonate dalla corte il 10 agosto dello stesso anno, secondo i termini dell'accordo col regista. [1]
Secondo quanto ammesso dal regista nel plea bargaining, Polanski, ospite nella villa di Jack Nicholson, ebbe svariati rapporti sessuali con la tredicenne, compreso un rapporto anale, mentre questa era sotto gli effetti di droghe e alcool da lui somministrati.
Il plea agreement conteneva inoltre l'ordine della corte di recarsi presso una prigione di Stato per sottoporsi a 90 giorni di valutazione psichiatrica [1].
Nella sua autobiografia, Roman by Polanski, pur ammettendo i fatti, Polanski sostiene che la ragazza era consenziente, un fatto già valutato dal giudice e ritenuto ininfluente sia perché la tredicenne non aveva raggiunto l'età del consenso, sia perché era semi-incosciente, sotto l'effetto dell'alcol e delle droghe che le erano state somministrate.[1] Secondo il regista il rapporto sarebbe stato favorito dalla madre stessa al fine di promuovere la carriera nel mondo cinematografico della figlia. In America tale comportamento viene chiamato casting couch, un abuso di potere che avviene quando il regista o il produttore scelgono i partecipanti al film in seguito alla disponibilità sessuale, invece che in base alle loro capacità artistiche.
Il 1º febbraio 1978, dopo avere trascorso 42 giorni in clinica psichiatrica, preoccupato per la riapertura del caso da parte di un giudice che sembrava più severo del precedente, si rifugiò a Londra, quindi in Francia. Da allora vive fra Francia e Polonia e non ha più messo piede negli Stati Uniti. Fu pertanto emesso nei suoi confronti un mandato di arresto.
Ha ottenuto una seconda nomination all'Oscar per Tess (1979). Il 26 maggio 2002 ottenne la Palma d'Oro al Festival di Cannes per Il pianista e, sempre nel 2003, ottenne finalmente la statuetta dell'Academy per la regia dello stesso film.
Visto che il regista non poteva andare a ritirare l'oscar di persona a Los Angeles per via della condanna che non aveva finito di scontare, il premio venne ritirato alla cerimonia da Harrison Ford che aveva recitato per Polanski in Frantic. Dal 30 agosto 1989 è sposato con Emmanuelle Seigner e ha due figli (Morgane e Elvis).
Il 26 settembre 2009, Roman Polanski è stato fermato dalla polizia in Svizzera su mandato di cattura internazionale emesso delle autorità statunitensi per la condanna del 1978. Il regista avrebbe dovuto ricevere la sera stessa un premio del Festival del cinema di Zurigo [2]. Alcuni VIP si sono sollevati contro il suo arresto, mentre altri hanno chiesto che non vi fosse differenza di trattamento con le persone comuni e che la giustizia facesse pertanto il suo corso.[3]
http://www.ilgiornaledelfriuli.net/2009/09/30/il-caso-polanski-lartista-e-la-legge-di-ferdinando-camon/
Personalmente mi fa paura leggere "Non tutti sanno per esempio che il reato imputato non è “stupro” ma “sesso consenziente con minorenne” (due reati molto diversi); ...." un uomo adulto con una ragazzina di 13anni è sempre un abominio.....
In risposta ai due commenti di Flo:
1) Non sempre wikipedia è così preciso e attendibile
2) Il mio discorso partiva dalla vicenda di Polanski per parlare del concetto di prescrizione per chiunque (e non per un artista).
Riguardo alla specifica, concordo con te che il gesto è orribile, io specificavo la differenza giuridica, solo quella.
La questione che mi premeva - ma forse mi sono spiegato male - riguarda il perseguitare una persona dopo così tanti anni e una vita priva di altri reati.
Sbalorditivo, non si può lasciare alla prescrizione un delitto di questo genere..
Neanche se l'uomo di oggi è una persona completamente diversa dall'uomo che ha compiuto il delitto trent'anni prima? Io sollevo giusto questo dubbio, per quanto possa apparirti sbalorditivo.
In ogni caso sembra proprio le istituzioni giuridiche la pensino come te.
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