Torino, 8 settembre 1988: è la data italiana del “Human Rights Now!”, il tour mondiale organizzato da Amnesty International con T. Chapman, Y. N’Dour, Sting, B.Springsteen e P. Gabriel. L’ospite italiano è Claudio Baglioni - una scelta infelice e insensata - che verrà infatti massacrato di fischi e lancio di oggetti.
Autunno 1990: esce “Oltre”, non solo il miglior disco di Baglioni ma soprattutto uno degli album più importanti della storia della musica leggera italiana.
Se è vero che si è maggiormente ispirati nei momenti difficili, questa ne è la dimostrazione: l’album arriva dopo la profonda crisi artistica dovuta alle contestazioni del concerto di due anni prima, oltre che a un brutto incidente e alla separazione dalla moglie; peggio di così non poteva stare.
Musicalmente l’album è eccezionale: vario, moderno, ricchissimo di influenze e idee. I testi spaziano tra l’attualità e momenti intimi, con diversi passaggi decisamente criptici. Si tratta di un concept-album che racconta la storia di Cucaio, personaggio semi autobiografico che cercherà (e troverà) la libertà dopo molte vicissitudini, tra esperienze di vita e mali interiori.
A rendere l’album straordinario è soprattutto la presenza di molti musicisti formidabili, tra i migliori sulla scena internazionale in quegli anni. Alcuni sono presi “in prestito” dalla band di Peter Gabriel (Manu Katchè, Tony Levin,…) ma non solo. Arricchiscono poi le interpretazioni del disco alcuni ospiti di prestigio come Pino Daniele, Mia Martini, Paco De Lucia e Youssou N’Dour, oltre a un cameo dell’attore e doppiatore Oreste Lionello.
Il singolo più famoso è senz’altro la ballata “Mille giorni di te e di me”, non proprio rappresentativa dell’opera ma entrata direttamente tra i classici della nostra canzone. Tra le 20 tracce che compongono il disco non c’è nessun riempilista, nessuna caduta di livello: tutto l’album scorre su un livello altissimo, assolutamente vario e complesso senza mai risultare di difficile ascolto. Uno dei rari casi italiani, negli ultimi due decenni, in cui pubblico e critica si sono (ri)trovati d’accordo nel considerarlo universalmente un capolavoro.
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3 commenti:
dunque vorrei che mi spiegassi il concetto di "una scelta infelice e insensata" per quanto riguarda la partecipazione di Baglioni al concerto Human Rights Now! Bisogna esibire dei curricula da letterati per parlare di diritti umani?ad esempio un muratore che si permette di parlare dei diritti dei bambini-soldato in Africa dovrebbe essere lapidato? Ma forse la contestazione riguarda qualcosa di più profondo come ad esempio i testi delle canzoni.Riporto la traduzione di un testo tra i più famosi di Sting:
Non lo capisci?
Tu appartieni a me
Quanto duole il mio povero cuore
ad ogni passo che fai . Every breath you take.
Effettivamente alla luce di un'esegesi del testo si può concludere che siamo un popolino sempre pronto ad assoggettarsi allo straniero, non solo perchè pensiamo che tutto quello che è altro da noi sia meglio, ma soprattutto perchè non capiamo quello che dice.
Aggiungo che, essendo anche un fan di sting, credo che Baglioni in quel contesto non fosse secondo a nessuno, né per quanto riguarda la capacità letteraria, né per ciò che riguarda la voce. E Oltre, se lo hai ascoltato, credo sia la miglior risposta a tutto.
ciao
simone.torino@hotmail.it
E' che all'epoca c'era un forte senso civico e sociale attorno all'evento. In Italia di musicisti vicini a quei temi ce n'erano altri e più adatti... tutto qui.
In realtà la scelta di Baglioni fu accompagnata da polemiche sin dalle battute iniziali. I giornali si schierarono subito contro, mistificando la realtà ed arrivando a sostenere che la scelta fosse dovuta al peso politico del suo manager di allora (Zard) e alla vicinanza con Craxi ed il PSI. Come Italia non facemmo una bella figura....
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