A una mia collega, di un altro ufficio, hanno detto che dovrà seguire un corso di inglese finanziato dalla società in cui lavoriamo. Sembra una bella notizia e invece è molto brutta.
Il motivo di tanta generosità è presto detto: lei dovrà formare i nostri nuovi colleghi indiani; prossimamente la contabilità dell’azienda sarà infatti spostata proprio in India.
Abbiamo quindi una ragazza che da dieci anni si occupa di contabilità, ha acquisito una grande esperienza e fa bene il suo lavoro. E’ talmente stimata che si affidano a lei per formare le nuove risorse.
Quindi l’azienda che fa?
La promuove? Le dà un aumento? Niente affatto: sfrutta le sue capacità in tutti i modi per poi toglierle il lavoro spostandolo dove costa meno. Lei sarà ricollocata in qualche altro ufficio dove dovrà imparare tutto da capo e le sue possibilità di crescita professionale saranno quindi azzerate.
Nel frattempo una sede distaccata a Genova sta per essere chiusa e i 50 dipendenti saranno spostati nella sede centrale, a Milano. Perché? Per risparmiare, ovviamente. Molti dovranno quindi trasferirsi, altri dovranno pendolare e qualcuno sarà costretto a dimettersi perché impossibilitato a tali spostamenti.
Tutto questo avviene in una società che chiude ogni anno con bilanci decisamente positivi ma non sempre “in linea con gli obiettivi” prefissati; non oso immaginare cosa succeda nelle aziende in crisi.
Capisco che lo scopo delle S.p.A. sia il guadagno, quello che non tollero è che le persone - ipocritamente definite “risorse” umane - vengano trattate solo come costi e, in quanto tali, come qualcosa da abbattere in tutti i modi possibili.
Abbiamo la fortuna di avere dei rappresentanti sindacali e, visto che l’azienda su queste e altre ingiuste decisioni non ha voluto discutere, da oggi cominciamo le mobilitazioni: anche noi risponderemo in tutti i modi possibili.
Quando le persone non vengono rispettate bisogna ribellarsi. Otterremo dei risultati solo restando uniti, ritrovando quell’indispensabile senso di collettività che fu alla base delle conquiste sociali e che oggi è quanto mai necessario per poter almeno difendere i diritti acquisiti.
Si può discutere di tutto, possono parlarci della crisi, dell’economia instabile… d’accordo. Quello che però non dobbiamo mai permettere è che il valore del denaro, del profitto, delle merci sia considerato più importante (del valore) delle persone. Se si arriva a quel punto il sistema ha fallito e va cambiato subito e incondizionatamente.
(immagine by uk2.net)
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4 commenti:
Ormai sono di uno sconsolato tremendo su questo maledetto mondo del lavoro. Che - tristezza. :( :( :(
E che frustrazione.
Io dico che un giorno tutto questo cambierà... ma dipenderà da noi.
Come si diceva un tempo: hasta siempre! ;-)
Brutta situazione, davvero. Purtroppo davvero diffusa. Non sono ottimista come te, loro (i capitalisti organizzati globalmente, ad est, ovest, nord sud...) non cambieranno. Noi non saremo in grado di farli cambiare. Credo che la cosa da fare sia cambiare noi stessi... imporci di lavorare solo e come crediamo sia giusto fare, scegliendo e decidendo di perdere anche qualcosa, se questo vuol dire avvicinarsi un po' di più all'obiettivo... io credo di essere stato fortunato: sulla mia strada ho trovato persone che con il loro esempio mi hanno fatto vedere un modo diverso di lavorare, io mi sono fidato e da allora il mio ambiente lavorativo, anche se faticoso e a volte difficile, è quello che è più vicino al mio modo di essere, ovvero cooperativo e sociale... ma sono stato fortunato ad avere la possibilità di scegliere, fortunato di incontrare le opportunità da cogliere... Sono cosciente del fatto che on per tutti è così. Però si può cambiare, partendo da noi stessi e mettendoci alla ricerca di uno stile diverso, per vivere e per lavorare. e si fottano, "loro".
Buona Lotta!!!
Grazie davvero, Agy!
Chi lo sa, magari un giorno troverò anch'io la mia alternativa... lo spero. Intanto lotta dura! :-)
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