Lo so, gli album imprescindibili di Lucio Dalla sono quelli usciti a cavallo dell’80 e lo sapete anche voi. Il disco di cui voglio parlare appartiene invece al decennio successivo ed è uscito infatti proprio nel 1990.
Non è ricordato tra i dischi fondamentali, nonostante al tempo vendette un numero di copie oggi inimmaginabile (1.400.000) grazie soprattutto al traino del singolo “Attenti al lupo”, scritto con Ron.
Si intitola “Cambio” e la dichiarazione di intenti è tutt’altro che velata. Si tratta di un album che rompe alcuni schemi a cui ci aveva abituato il cantautore bolognese che qui torna a temi (e modi) del suo periodo d’oro con una forza tutta nuova, espressa da una musicalità sorprendentemente moderna.
Oggi quel disco suona a tratti come un esperimento di modernariato, con arrangiamenti coraggiosi e temi che spaziano tra visioni del futuro al limite del fantascientifico (“E l’amore” e “2009 (Le cicale e le stelle)” e il riappropriarsi di un'etica antica (nella sublime ripresa di “Comunista”).
In mezzo una lucida visione del presente con precisi spaccati di vita di periferia (“Dennis”) e momenti alti di introspezione e romanticismo senza tempo (“Apriti cuore”).
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