Quando a Sanremo cantò il brano che dà il titolo all’album “Confusa e felice” colpì profondamente il pubblico più attento e comunque non lasciò nessuno indifferente (e, tanto per cambiare, fu eliminata dalla kermesse).
Qualcuno aveva capito da subito che Carmen Consoli era un vero talento. Pochi hanno saputo cogliere in lei l’aspetto di cantautrice seminale. Eppure gli elementi erano già tutti visibili al secondo disco.
I dischi importanti hanno bisogno di tempo …e nel tempo tutti capirono l’importanza e la potenza di quelle canzoni. La voce sgraziata, l’aggettivazione eccessiva e apparentemente disordinata ne delineavano soltanto l’unicità. I suoni grezzi e puri e quei testi in bilico tra disperazione sentimentale e tragedie sociali tracciavano un percorso destinato a crescere e a prendere forme nuove ad ogni uscita successiva.
Quel “Confusa e felice” del 1997 è un disco strepitoso, carico di energia e sincerità come solo chi ha superato da poco i vent’anni può scatenare. Oggi è più matura e ha raggiunto una consapevolezza e un’arte che allora non poteva avere eppure quel disco, quelle canzoni straordinarie sono la perfetta testimonianza dell’affermarsi di un nuovo straordinario talento.
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