14 maggio 2009

Referendum 2009: di cosa si tratta

Referendum 2009, ques(i)ti sconosciuti. Vediamo di cosa si tratta.

I primi due sono sostanzialmente uguali (uno si riferisce alla Camera e uno al Senato) e riguardano il premio di maggioranza alla lista che ottiene più voti e l’innalzamento della soglia di sbarramento.

Se vincessero i SI il partito che prende più voti alle elezioni (anche se raggiunge solo il 20% dei consensi) otterrebbe il 55% dei seggi. Inoltre solo partiti molto grandi accederebbero in Parlamento.
Capisco l’intento dei promotori di ridurre il numero dei partiti ma questo dovrebbe avvenire con un processo di confronto civile (e già sta succedendo, vedi il PD e il PDL) e non con una legge elettorale così drastica e dagli effetti terribilmente antidemocratici.
Avremmo un Parlamento che, peggio ancora di com’è oggi, non sarebbe l’espressione delle anime e delle idee dei cittadini, non sarebbe equilibrato. E soprattutto milioni di italiani non avrebbero rappresentanza istituzionale.



Il terzo quesito intende abolire le candidature multiple.

Se vincessero i SI i candidati non potrebbero più presentarsi in due o più (o tutti i) collegi ma solo in uno.
Lo scopo è di evitare che i candidati più votati, scegliendo successivamente i collegi in cui rinunciare, decidano - di fatto - chi viene eletto e chi no nelle le loro liste (che poi se le sono già compilate loro... cambia molto?).
Questo sembra un po' più condivisibile ma la vera rivoluzione sarebbe stata permetterci di scrivere il nome del candidato che vogliamo eleggere, anziché trovarcelo già stampato sulla scheda.

In fin dei conti questi Referendum non mi pare che rappresentino un passo avanti, anzi – se possibile – vanno persino a peggiorare la situazione attuale. Non resta che decidere se non votarli proprio o se votare NO.

La solita pagliacciata del solito "Mariotto Segni" che come disse il buon Diego Novelli (in tempi non sospetti, quasi profetico) "è una delle peggiori tragedie che abbiamo avuto in Italia" (ma allora non era ancora sceso in campo quell'altro).

Molto meglio sarebbe se si decidessero a discutere la legge di iniziativa popolare promossa da Beppe Grillo che è stata depositata con 350.000(!) firme e che giace ignorata in qualche meandro del Parlamento.
Quella sarebbe una proposta civile e sensata, in tre semplici punti: nessun condannato in Parlamento, un massimo di due legislature, ripristino della preferenza diretta.
Che dite: troppo rivoluzionaria per questo Paese?

4 commenti:

Agy ha detto...

Ho fatto lo stesso ragionamento e sono arrivato alla conclusione di votare due no e un si.
GLielo diciamo a franceschini che questo referendum non cancella il "porcellum" come va dicendo da settimane?

Anonimo ha detto...

io ho deciso che non voto.

p.

Anonimo ha detto...

Anche io come Agy sarei tentato 2 no e 1 si. Ma così facendo contribuisco al quorum. Come i supermercati si mettono i quesiti civetta per raggiungere il quorum.
Io quindi non voterò per aumentare la probabilità che i primi 2 quesiti non passino, perchè se passassero sarà la fine e l'orologio verrà mandato indietro a prima della rivoluzione francese.

Saluti
Uomo Comune

Tico Palabra ha detto...

Grazie dei commenti! :-)
Alla fine ho deciso anch'io: non li voterò.