25 marzo 2009

Amici ha perso la sua sfida


Sbaglia chi pensa che “Amici di Maria De Filippi” sia un programma che sostiene la musica, che forma talenti, che lancia nuovi artisti. In realtà hanno dimostrato di non avere né occhio nell'individuare veri talenti, né la capacità di formare un artista.

Già l’idea di far scontrare ballerini con cantanti è assurda. Ma lasciamo perdere i meccanismi della gara e pure il ballo (chi ha talento nella danza non va lì, studia e cresce altrove) e concentriamoci sugli aspiranti cantanti, quelli su cui il programma evidentemente vorrebbe puntare.

In tante edizioni sono riusciti a lanciare un unico ragazzo (Marco Carta) capace – per ora - di vendere dischi grazie a una commistione di fattori che non c’entrano niente con la musica e con l’arte. Che fine hanno fatto tutti gli altri? I più sono scomparsi mentre alcuni sono occupati a tempo determinato in musical di basso profilo.



Nella scuola i “professori” rappresentano tutto ciò che un insegnante non deve essere: sono arroganti, rissosi, autocelebrativi, violenti e parziali. Tanto cattivo esempio quanto cattivo gusto. Cercano di rendere i ragazzi maniacalmente intonati quando l’intonazione al massimo è la base di partenza di un cantante, non certo il punto d’arrivo. Gli fanno urlare quasi sempre brani del peggior repertorio nazional-popolare (quando va bene!). Non gli insegnano ad amare e conoscere la musica, non c’è approfondimento, studio, storia, formazione e neanche la minima informazione.

Il programma è costruito per distruggere l’eventuale talento dei ragazzi, costretti a diventare macchine da guerra (tutt’altro che gioiose). Più tirano fuori il loro lato peggiore e più vengono notati, poi votati e infine incensati. In poche parole macellati nel tritacarne televisivo, spremuti al solo scopo di alzare l’audience (e fare incasso) e poi buttati via.

Quel che è peggio è che si tratta di un programma che lancia, al giovane pubblico a cui si rivolge, una serie di messaggi tremendamente negativi (mostrando il lato più commerciale e volgare della musica) e pericolosamente diseducativi (la morale che ne esce è che per crescere, per “arrivare” bisogna insultare, sbeffeggiare, calpestare gli altri).

Dei ragazzi in gara alla fine non resta nulla. I più fortunati saranno quelli che riusciranno a fare tabula rasa di quanto appreso in quei mesi di prigionia e lavori forzati. A proposito, non è certo un caso se le ultime parole pronunciate l’altra sera da Maria De Filippi, rivolta alla vincitrice, siano state: “adesso sei libera”. Inquietante.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sottoscrivo tutto.
p.